La fine dello scorso anno ha rappresentato un significativo passo avanti per la produzione di derivati dalla Cannabis Sativa coltivata legalmente.
In Italia, la materia è regolamentata dalla Legge 2 dicembre 2016 n. 242
Tuttavia, la normativa presenta dei lati abbastanza oscuri. Mentre da una parte si considera la Cannabis Sativa una pianta agricola e per usi industriali (secondo quanto regolato dalla suddetta legge – Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa), dall’altra qualunque varietà di Cannabis Sativa è classificata come stupefacente in quanto a fiori, foglie, olii e resine, in forza del DPR 309/1990 Testo Unico sugli Stupefacenti (vedi art. 14). Attenzione! Infiorescenze, olii e resine da fiori e foglie sono considerati illegali indipendentemente dal contenuto di THC. Ciò significa che se coltivo Cannabis legale, il cui contenuto di THC in campo non deve essere superiore a 0,6% e sui prodotti non superiore a 0,2%, non posso mai utilizzare infiorescenze ed olii o resine da fiori, steli e foglie anche se il THC fosse pari a 0.
Principio attivo.
Prima di proseguire, chiariamo che il principio attivo della Cannabis, quello ricercato dai fumatori per provare il cosiddetto sballo, è il THC (Tetra Hidro Cannabinolo), questa è quindi la sostanza psicoattiva. Mentre il CBD non è psicoattivo e non produce alcun effetto sballo.
La sentenza della Corte Europea di Giustizia.
Il 19 novembre 2020 la Corte Europea di Giustizia ha emesso una sentenza con la quale dichiara che il CBD non è uno stupefacente bensì un normale prodotto che può circolare liberamente all’interno della UE. La Corte tuttavia ammette una deroga, ovvero, ne è vietato l’ingresso in uno Stato membro il quale dimostri che si tratti di una sostanza che crea reali rischi per la salute pubblica.
Tuttavia, tale rischio non sembra presentarsi per il CBD, visto che la Corte Europea ha raccolto in merito il parere della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e alla luce dei risultati forniti da ricerche scientifiche compiute a livello internazionale.
I punti salienti sono tre.
- È chiaro che la Cannabis Sativa L., senza alcuna limitazione tra le parti della pianta, sia un prodotto agricolo ai sensi del Regolamento (CE) n. 1307/2013 laddove proveniente da varietà certificate con tenore di THC inferiore allo 0,2% (max. 0,6% ma solo in campo, prima della raccolta quindi).
- La Corte Europea rende chiaro che il CBD non è uno stupefacente, visto che non è contemplato né dalla Single Convention né dall’azione comune 97/396 alle quali fa riferimento l’art. 1, punto 1) m lett. b) della decisione quadro 2004/757
- Non essendo il CBD uno stupefacente, si applicano gli articoli 34 e 36 del TFUE (Trattato sul Funzionamento della Unione Europea), ovvero delle norme inerenti il divieto di restrizioni quantitative tra gli scambi commerciali negli Stati membri.
La decisione delle Nazioni Unite
A inizio dicembre 2020, l’ONU riconosce il valore terapeutico della Cannabis, con 27 voti a favore contro 25. La Commissione per gli Stupefacenti delle Nazioni Unite (CND), a cui partecipano 53 paesi Italia compresa, ha riconosciuto il valore terapeutico della cannabis togliendola dalla Tabella IV, la più restrittiva, nella quale sono classificate anche eroina e cocaina, e spostandola alla Tabella I delle sostanze utilizzabili per uso medico. Questo avviene dopo 59 anni; nel 1961, infatti, fu deciso di classificare la Cannabis e ogni suo derivato come stupefacente
L’ONU dunque recepisce una pronuncia del gennaio 2019 della OMS la quale, a sua volta, tiene conto di vari studi compiuti da centri di ricerca a livello internazionale. In questo link è possibile accedere alla pagina della OMS per quanto riguarda la Cannabis.
Il CBD
Il CBD (Cannabidiol) – come detto – non è una sostanza psicoattiva e non provoca perciò alcun effetto psicotropo. Tuttavia, vanno tenute in debito conto alcune cose.
Anzitutto, a parte la pronuncia della Corte Europea di Giustizia e la decisione delle Nazioni Unite, sarà necessario che ogni Stato membro della UE elimini il CBD dal suo elenco di sostanze stupefacenti. Senza questo provvedimento potrebbero esserci rischi per la sua commercializzazione.
Inoltre, è importante segnalare che l’ONU ha respinto alcune delle proposte della OMS come, ad esempio, quella di escludere dalla tabella degli stupefacenti gli estratti a base prevalente di CBD con Δ9 THC inferiore a 0,2%. Cosa significa? Che il THC non dovrà essere presente.
Gli Stati Uniti, ad esempio, considerano superflua la raccomandazione sugli estratti di CBD, in quanto la loro normativa già prevede che sotto lo 0,3% di Δ9 THC, gli estratti a base di CBD o altri cannabinoidi, non sono considerati stupefacenti.
Effetti terapeutici del CBD
Di questo si parla appunto da lungo tempo e bisogna fare alcune precisazioni.
Varie ricerche dimostrano alcuni effetti benefici del CBD su diverse patologie, ad esempio epilessia infantile, ansia, insonnia, cura del dolore.
Forniamo di seguito alcuni link a studi e articoli scientifici del caso: Health Harvard – National Library of Medicine – NW Medicine – DovePress – Springer – CBD (Critical Report – WHO [Organizzazione Mondiale Sanità] – 2018)
A livello di cura della pelle, l’applicazione topica del CBD pare essere efficace per alcuni disturbi come eczema, psoriasi, prurito e condizioni infiammatorie. Tuttavia, l’efficacia clinica confermata e la delucidazione dei meccanismi molecolari sottostanti devono ancora essere completamente identificati. Gli studi finora fatti sono pochi e non esaurienti per arrivare a risultati conclusivi.
Ad esempio, uno studio sugli effetti del CBD sulla pelle indica che previene l’eccessiva lipogenesi indotta da “agenti pro-acne” nei sebociti SZ95 umani.
Certamente, l’uso di cosmetici al CBD può essere fatto in assenza di effetti collaterali, vale a dire, se chi ne fa impiego nota reazioni cutanee o altri disturbi, deve assolutamente rivolgersi a personale medico senza indugio.
Negli Stati Uniti, alcuni produttori di CBD sono stati messi sotto inchiesta per avere affermato che questa sostanza è un rimedio sicuro contro il cancro, per i disturbi del sonno, per l’ansia, per la terapia del dolore cronico e per le infiammazioni. In assenza di studi che confermino queste caratteristiche nessuno può fare affermazioni simili senza imbattersi in conseguenze legali.
Conclusioni
Non essendoci prove sufficienti date da un sufficiente numero di studi di alta qualità, gli esperti non sono in grado di individuare dosi efficaci anche perché il CBD è attualmente per lo più disponibile come integratore.
Se decidi di usare prodotti con CBD, soprattutto come integratori alimentari, parla con il tuo medico, anche per verificare che non provochi effetti spiacevoli con altri farmaci che stai assumendo. Ad esempio, è sconsigliato usare CBD se si usano farmaci come i fluidificanti del sangue.
Specificazioni.
Quanto qui pubblicato non è da intendersi come consiglio medico e non è nostra intenzione fornire alcuna indicazione terapeutica. Qualunque stato patologico deve essere accertato da medici i quali indirizzano poi i pazienti verso le terapie adatte alla loro condizione di salute. Il nostro consiglio è che se soffrite di una qualunque patologia o potreste essere allergici a qualunque delle sostanze derivate dalla Cannabis, vi rivolgiate al vostro medico di fiducia.